Cronaca / Lecco città
Domenica 29 Ottobre 2017
Premio Manzoni
La giuria popolare
incorona Baldini
La cerimoniaL’auditorium della Casa dell’Economia
ha ospitato l’attesa serata finale della manifestazione
“Stirpe selvaggia” ha la meglio sulla concorrenza
È lo scrittore Eraldo Baldini con il romanzo “Stirpe selvaggia” (Einaudi) il vincitore della tredicesima edizione del Premio Manzoni al romanzo storico.
Lo ha decretato ieri sera all’Auditorium della Casa dell’Economia a Lecco, la giuria popolare composta da cento lettori. A contendersi la vittoria accanto al vincitore c’erano Valerio Callieri con “Teorema dell’incompletezza” (Feltrinelli) e Gianfranco Calligarich con “La malinconia dei Crusich” (Bompiani).
Netta vittoria
Organizzato dall’Associazione Nazionale 50&Più, in collaborazione con Assocultura Confcommercio Lecco, il Centro Nazionale di Studi Manzoniani e il Comune di Lecco, il premio ha confermato anche quest’anno la qualità delle opere giunte in finale. La serata è stata condotta da Vittorio Colombo, responsabile de “La Provincia di Lecco” e coordinatore del premio, ed introdotta da Gianfranco Scotti, che ha letto alcuni brani dei tre romanzi giunti in finale.
Come sempre il graduale spoglio delle schede dei giurati-lettori è stato alternato al dialogo tra Ermanno Paccagnini, presidente della giuria tecnica, e Stefano Motta con i tre scrittori. È stato così possibile approfondire tematiche, personaggi e trame narrative grazie al contributo dei tre scrittori finalisti. S’è parlato della magia che attraversa le pagine dei tre romanzi. In particolare Eraldo Baldini ha sottolineato come la magia abbia da secoli accompagnato la civiltà contadina: «In quella cultura il confine tra natura e “sopranatura” è sempre stato labile. L’uomo percepiva la potenza di quello che lo circondava; era spesso in balia di elementi che non controllava e spesso non capiva. L’unico modo per convivere con questa natura era rispettarla e ricorrere alla mediazione del rito, che noi chiamiamo superstizione».
E poi ancora si è entrati dentro lo stile dei tre narratori; dentro i “segreti” delle loro storie. Il tutto sino alla proclamazione finale del vincitore, che ha visto prevalere Eraldo Baldini con 57 voti; a seguire Gianfranco Calligarich con 29 e Valerio Callieri con 13. “Stirpe selvaggia”, il romanzo vincitore, parte da una data precisa: il 1906. È questo l’anno in cui a Ravenna arriva Buffalo Bill con lo spettacolo “Wild West Show”. È un avvenimento che stravolge la vita di tanta gente, impressionata alla sola idea di poter vedere un mito vivente. Al fascino dell’eroe americano è difficile resistere. Ne sa qualcosa Giulia, la madre di Amerigo, il protagonista del romanzo. Anche lei si reca a Ravenna, ma il motivo è una vera bomba per Amerigo, che scopre quella sera di essere figlio di Buffalo Bill.
Una meteora senza tempo
L’eroe, però, non vuole nemmeno incontrarlo e questo rifiuto spinge il già inquieto Amerigo a schierarsi per sempre dalla parte degli indiani. Inizia così il racconto di una vita che attraversa la prima metà del Novecento. Baldini racconta con una prosa affascinante le vite di Amerigo, Mariano e Rachele, tre bambini amici da sempre, che la storia costringerà a compiere scelte addirittura opposte. Eppure quei vincoli di amicizia che li avevano legati non scompariranno mai. Sotto certi aspetti il premio Manzoni è stato dominato quest’anno proprio dall’ombra di Buffalo Bill, un eroe americano piombato in Romagna come una meteora senza tempo.
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