Popolare di Sondrio
«Un anno positivo»
Lettera dell’istituto di credito: «Assecondiamo il cambiamento senza farci stravolgere, continuando a meritare, mantenendola, la fiducia»
«Egregio Socio, caro Amico, conseguire risultati appaganti in presenza di circostanze esterne per un verso o per l’altro negative è impresa difficile. I nostri buoni propositi troveranno forma e sostanza, in modo vigoroso, nel fare quotidiano, per poter agire con cognizione di causa in una logica imprenditoriale.
Fedeli al mandato conferitoci, vogliamo dare il nostro contributo alla vita sociale e amministrare convenientemente la banca, assicurandone la sostenibilità futura nel superiore interesse aziendale, sintesi degli interessi dei soci, dei clienti, dei dipendenti e delle comunità dove siamo insediati». Firmato Mario Alberto Pedranzini, consigliere delegato e direttore generale, e Francesco Venosta, presidente.
La Banca Popolare di Sondrio ha inviato la consueta lettera di fine anno agli oltre 170mila soci. Il primo pensiero è rivolto al rallentamento dell’economia mondiale, che «tra dazi commerciali imposti o anche solo minacciati e l’evoluzione della Brexit» è stata attraversata da profonde incertezze a danno della crescita.
«In Italia la dinamicità del primo periodo dell’anno è andata via via scemando, fino a divenire stagnante, con calo degli investimenti e dei consumi - si legge -. Piazza Affari ha innestato la retromarcia, con un meno 16,71%, a fronte di un segno positivo del 15,55% nel 2017. Ancora peggio ha fatto l’indice dei titoli bancari (-30,3%), che riflette al contrario l’andamento dello spread Btp/Bund, salito del 58% in corso d’anno. Il nostro titolo, quotato all’Mta di Borsa Italiana, ne ha risentito, se pure in modo contenuto, mantenendo il livello di capitalizzazione tra i più elevati del mercato domestico. Insomma, quando sale lo spread scendono gli indici di borsa».
In questa altalenante situazione, «dove le ombre hanno spesso prevalso sulla luce», l’istituto ha ricercato, tra le opportunità presenti, quelle più favorevoli. «Abbiamo finanziato le tante imprese meritevoli che, a dispetto di ogni avversità, continuano a sostenere, con la forza della volontà e l’ottimismo della ragione, l’economia nazionale. Abbiamo sovvenuto alle necessità delle tante famiglie che quotidianamente affrontano il presente e programmano il loro futuro». In ordine al bilancio 2018, «possiamo anticipare che la Bps ha conseguito risultanze positive, peraltro ascrivibili alla sola attività ordinaria. Ciò, nonostante il minor apporto dell’attività finanziaria, penalizzata dalla situazione generale dei mercati, e il pesante fardello di oneri, che hanno compromesso le attese del conto economico; questi ultimi, legati alla stabilizzazione del sistema bancario e all’attività di gestione delle partite deteriorate».
I relativi crediti, meglio noti come Npl–Non Performing Loans, «sono ora gestiti con affinati processi, strumenti e strutture organizzative, con l’ambizione di valorizzarne al meglio il potenziale intrinseco, tenendo conto pure delle modalità con cui le varie posizioni si sono degradate. Coerenti con questa impostazione, non abbiamo fin qui attuato iniziative straordinarie di cessione. Abbiamo invece effettuato ulteriori accantonamenti, andando prudenzialmente ad aumentare il grado di copertura dei crediti anomali e in sofferenza; e ciò, prescindendo dal miglioramento del “tasso di cura”, vale a dire dal ritorno in buona salute delle posizioni in stato di convalescenza».
Per quanto riguarda il capitale, alimentato in questi anni dall’autofinanziamento, «i relativi parametri si pongono ben al di sopra dei livelli regolamentari e sono sostanzialmente in linea con quelli dei concorrenti». Conclusa poi l’ispezione della Bce, «entro breve potremo usufruire degli auspicati benefici connessi alla validazione del nostro sistema di rating; ulteriore indicatore che contribuisce ad aumentare la fiducia nella solidità della banca, fiducia che trova pure riscontro nell’abbondante liquidità affidataci dalla clientela». Clientela a cui va un ultimo pensiero: «Lavorare tanto, lavorare bene, con prudenza, saggezza e lungimiranza, comunicare con linguaggio sincero è la nostra regola - scrivono Pedranzini e Venosta - . È la regola che ci siamo imposti di seguire con l’obiettivo di assecondare il cambiamento senza farci stravolgere, continuando a meritare, mantenendola, la fiducia che ci viene accordata».n R.Son
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