Lecco: «In arrivo
un netto rallentamento»
Recessione tecnica: per il presidente degli Industriali di Lecco e Sondrio presto ricadute anche sul territorio - «Basterebbe aprire i cantieri già finanziati: si farebbero circolare 27 miliardi di euro, ossigeno per l’economia»
«Basterebbe aprire i cantieri già finanziati: si farebbero circolare quasi 27 miliardi di euro, ossigeno puro per la nostra economia e l’occupazione. Invece, non solo non lo si fa, ma si va pure a togliere risorse da capitoli importanti come la ricerca e l’alternanza. Non è così che si può invertire la rotta che ci ha portato diritti in recessione».
Quali siano alcune delle misure che possono contribuire in modo consistente a rilanciare l’economia italiana, il presidente di Confindustria Lecco e Sondrio Lorenzo Riva lo ha già detto a più riprese. Si tratta di priorità non soltanto sotto il profilo della ricaduta finanziaria e occupazionale, ma anche della competitività delle aziende, che hanno bisogno di infrastrutture come dell’ossigeno.
Invece, in un contesto difficile come quello internazionale attuale, in assenza di una inversione di rotta “interna”, le prospettive continueranno a non essere rosee. «Individuare le cause della crisi non è semplice – esordisce Riva -. Si può ipotizzare che un peso importante l’abbia il “dieselgate”, che ha investito l’automotive sconvolgendo il sistema tedesco: la Germania è andata in crisi e, essendo questa la locomotiva del manifatturiero europeo, a cascata ha trascinato il resto del continente».
A influire, comunque, anche scelte chiare, non fatte. «Decisioni che, a prescindere dal rimpallo delle responsabilità cui assistiamo, non favoriscono la ripresa economica e l’industria in particolare. Mi riferisco in particolare al fatto che non ci si decida a far ripartire i cantieri, almeno per quanto riguarda quelli già finanziati per quasi 27 miliardi di euro. Questo insieme di situazioni mette in difficoltà il Paese».
Calando lo sguardo a livello territoriale, Lorenzo Riva pare relativamente tranquillo, anche se non nasconde che alcune tendenze sono negative. «Nelle nostre province prevale la stabilità, ma aumenta sempre più l’incertezza e si notano le prime avvisaglie di un netto rallentamento. Questo deve farci stare attenti e continuare a monitorare la situazione».
In assenza di una inversione di rotta, infatti, le cose rischierebbero di precipitare un’altra volta. «Il pericolo di ulteriori sofferenze è elevato e non è così lontano. Non so come il premier Conte possa affermare che dalla primavera avremo una ripresa: l’unico modo per sostenerlo è l’aver già deciso, in seno al governo, di mettere in campo nuove idee, nuove riforme che supportino Industria 4.0 e l’alternanza scuola-lavoro».
Due capitoli, questi, di vitale importanza per l’intero sistema industriale e imprenditoriale italiano. «Su ricerca e alternanza bisogna investire e non togliere, come invece questo Governo ha fatto. Da anni si sostiene che queste sono le leve principali per l’industria del futuro, quindi bisogna destinarvi risorse adeguate».
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