Cronaca / Lecco città
Giovedì 28 Febbraio 2019
Lecco, Il prevosto in giuria
ai David di Donatello
Anche monsignor Davide Milani ha contribuito alla scelta delle migliori pellicole italiane del 2018 - Quella predilezione per i fratelli Coen e per “8½”
Conclusasi la serata degli Oscar ora tocca ai David di Donatello, che premiano i migliori film e documentari italiani usciti nel 2018.
La giuria ha già segnalato le sue decisioni e tra i giurati c’è anche monsignor Davide Milani, prevosto di Lecco. Presidente della “Fondazione Ente dello Spettacolo” il nostro prevosto segue da tempo il mondo del cinema e da quest’anno ricopre anche il prestigioso ruolo di giurato dei David di Donatello.
Immagino che visionare i tanti film in concorso sia un bell’impegno. Come c’è riuscito?
In effetti i film sono svariate decine e soprattutto ora che sono prevosto di Lecco il tempo non è molto. Per fortuna sono stato al Festival del cinema di Venezia e lì ho visto parecchie pellicole. Poi, a noi giurati, è data la possibilità di vedere i film in streaming. Li ho guardati di notte.
Ma rubare un’ora al sonno non è tempo sprecato perché attraverso le opere di tante registi si ha la possibilità di capire il mondo in cui viviamo.
Da dove nasce questa sua passione per il cinema?
È un interesse che ho sempre avuto. Già nella parrocchia di Brugherio, dove sono stato da giovane sacerdote, ho potuto constatare la potenzialità della sale cinematografiche dentro la vita pastorale. Potenzialità che mi è stata confermata quando sono stato vicepresidente dell’Acec (Associazione Cattolica Esercenti Cinema).
La Fondazione Ente dello Spettacolo che ruolo svolge all’interno del mondo cinematografico italiano?
La Fondazione non si occupa né delle sale né del cinema cattolico bensì del cinema tout court. È una presenza culturale che dialoga con tutti e privilegia il cinema che sa parlare all’uomo, il cinema come occasione di incontro su ciò che vale. Tra l’altro la Fondazione pubblica la “Rivista del cinematografo” che è la più antica rivista italiana che si occupa di cinema, organizza mostre e festival e partecipa alle più importanti rassegne cinematografiche come quelle di Venezia, Cannes e Berlino.
Ultimamente ha anche prodotto un film sui nostri oratori che abbiamo presentato a Lecco qualche settimana fa.
Oggi c’è ancora spazio per il cinema “impegnato”?
Ce n’è tantissimo. Dobbiamo dire innanzitutto che i generi non sono più così nettamente divisi come un tempo e poi anche una commedia, un film divertente, se fatto con intelligenza, può essere un’occasione per stare insieme. Poi, come dicevo prima, c’è il cinema che pone domande ed oggi ce n’è tanto.
Quali sono i film della sua vita, quelli che continua a guardare senza stancarsi?
Il film per eccellenza è per me “Fratello dove sei?” dei fratelli Coen con George Clooney. L’ho visto per la prima volta a Cernusco mentre stavo decidendo di diventare sacerdote. A parte il fatto che sono un cultore dei film dei Coen, questo lo trovo geniale. La vita è descritta come un viaggio in cui non c’è nulla da buttare.
L’intervista completa su “La Provincia di Lecco” in edicola giovedì 28 febbraio
© RIPRODUZIONE RISERVATA