Superstrada 36, telefono fuori uso per 40 chilometri
Copertura wi-fi, da Lecco a Colico ci sono 18 gallerie. Gli industriali: «Le aziende chiedono di comunicare».
«Vogliamo poter telefonare anche mentre guidiamo da Colico a Lecco». È anche questa una delle richieste avanzate dagli industriali: non perdere la linea mentre si attraversano le 18 gallerie che si incrociano nei circa 40 chilometri di super 36 tra l’alto lago e il capoluogo. «Le imprese – spiega Confindustria Lecco Sondrio nel suo report dedicato alle esigenze strutturali del territorio – lamentano l’impossibilità di utilizzare il proprio smartphone in maniera efficace. Una situazione che limita fortemente la possibilità di comunicazione e rende il tempo necessario agli spostamenti dei “tempi morti”, non utilizzabili a fini lavorativi. Questo limite, per i molti utenti che utilizzano il tratto stradale in maniera continuativa e frequente risulta un grave impedimento per le proprie attività».
Realizzato a cavallo tra gli anni ’60 e la fine degli anni ’80, il tratto lariano della 36 è un susseguirsi di tunnel e gallerie. Non mancano le criticità strutturali, prima fra tutti la sporadica presenza di svincoli in entrata e uscita: nei 40 chilometri tra Lecco e Colico solo lo svincolo di Bellano è dotato di rampe in entrambe le direzioni di marcia, gli altri tre svincoli (Piona, Abbadia, Dervio-Valvarrone) sono unidirezionali. Nel 2016 la realizzazione del peduncolo di Dervio - per un costo previsto di 20 milioni di euro - è stata inserita nel Piano territoriale regionale. I primi passi sono stati mossi ma è ancora lontano il giorno della sua inaugurazione.
Nel 2019 i collegamenti stradali non hanno bisogno solo di investimenti per asfalti, rampe, corsie e carreggiate. Servono interventi dedicati anche al sistema di comunicazione: telecamere, sistemi di misurazione indiretti dei flussi di traffico, monitor e reti informative nei tunnel. «Una copertura completa delle gallerie con un segnale telefonico stabile e affidabile - sottolinea ancora Confindustria Lecco Sondrio - permetterebbe di affrontare gli spostamenti in maniera più efficiente, non dovendo rinunciare alla possibilità di comunicare. Per moltissime imprese, questo si tradurrebbe in ottimizzazione dei tempi e nell’aumento dell’efficienza da parte dei propri collaboratori».
In altre parole una “SS 36 2.0”, che non è solo un’utopia. Anas a livello nazionale sta intraprendendo questa strada attraverso il progetto “Smart Road” per la digitalizzazione, in una prima fase, delle arterie autostradali. In particolare è stata immaginata una rete di speciali pali diffonderà un segnale Wi-fi per permettere a veicoli e automobilisti di rimanere sempre connessi a internet, anche viaggiando ad alte velocità. Il sistema permetterà anche l’invio di informazioni utili sia ai conducenti di oggi - traffico, incidenti, deviazioni - che ai veicoli di domani con guida autonoma. Il primo tratto sarà realizzato lungo la Salerno-Reggio Calabria e chissà che in futuro non approdi anche in Provincia di Lecco: i dati della stessa Anas confermano che la super 36 è una delle strade più trafficate – e più pericolose – d’Italia, con picchi giornalieri di oltre 100.000 veicoli in transito. Avere a disposizione la copertura telefonica e web è forse ancor più irrinunciabile sulla linea ferroviaria Lecco-Colico. Il wi-fi in carrozza anche sui treni regionali – come avviene in molti paesi d’Europa – potrebbe permettere a lavoratori e studenti di sfruttare a pieno gli spostamenti in treno. I passaggi in galleria spesso fanno saltare, infatti, le connessioni internet e permettono l’utilizzo di smartphone, tablet e pc solo off-line. Niente mail, skype e chat.
I più nostalgici diranno che un viaggio in treno off-line è l’occasione per godersi un buon libro, per staccare la mente e non solo il cellulare da trilli, tweet, post, notifiche e dalle telefonate moleste dei compagni di carrozza.
I più pragmatici risponderanno che poter sfruttare l’ora di treno per chiudere le ultime faccende di lavoro rientrando dall’ufficio è un modo per guadagnare tempo e per non doverci pensare poi, una volta arrivati a casa, sacrificando altro tempo alla famiglia e agli affetti per rispondere a quella mail rimasta in sospeso.
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