Cronaca / Circondario
Lunedì 18 Febbraio 2019
Centrosinistra riunito
«Abbiamo le stesse idee»
Superate le divisioni degli ultimi anni, è stato trovato l’accordo sul candidato Montanelli
“Galbiate cambia”, protagonista cinque anni fa di una campagna elettorale fratricida con la lista “Agenda Galbiate”, mette una pietra sul passato, inclusi i primi tempi di dura opposizione, portata avanti dall’allora capogruppo Giuseppina Cogliardi, alla quale è poi subentrata Paola Golfari.
Quest’ultima, con Cristina Tentori – consigliera a propria volta – ora annuncia: «La lista civica di centrosinistra “Galbiate cambia”, dopo aver condiviso nell’ultimo anno importanti scelte dell’attuale amministrazione, ritiene utile e naturale apportare il proprio contributo alla futura candidatura di Piergiovanni Montanelli a sindaco. Il percorso comune dell’ultimo periodo ha dato prova che, su importanti temi, esistono convergenze significative, che meritano di tradursi in uno sforzo condiviso, alle elezioni di maggio. Il processo partecipato di costruzione del programma – affermano Golfari e Tentori - saprà spaziare da elementi di concretezza e di gestione quotidiana delle necessità del paese, fino a immaginare il futuro di Galbiate puntando su elementi di innovazione, di sviluppo anche turistico di un territorio unico tra due laghi e due parchi. Si lavorerà per un gruppo coeso e – promette la componente della coalizione nata nel 2014 - preparato per le sfide in settori sempre più complessi: competenze e preparazione potranno essere il giusto strumento per proporre ai galbiatesi una lista civica in grado di affrontarle nel modo migliore».
Ad agitare le acque è, invece, l’ex sindaco Livio Bonacina: accusato dagli assessori uscenti Amabile Milani e Daniele Gasperini «di essere – sintetizza – un poltronaio», contrattacca: «La spaccatura in maggioranza durante il mio mandato iniziò con la mia contrarietà a designare amministratore unico della casa di riposo “Villa Serena” l’ex assessore Massimo Tagliabue, che sapevo favorevole a privatizzarla; democraticamente, ho fatto la volontà del gruppo ma, alla scadenza del suo incarico, poiché ancora ero parte del centrosinistra al governo, ho chiesto informazioni a Milani. Fu quest’ultimo, e non io, a chiedermi se fossi disponibile a subentrare: dissi di sì, pur di scongiurare la privatizzazione. Tutto, poi, tacque. Allora, domandai al sindaco, scoprendo che cadeva dalle nuvole; anzi, propendeva per riconfermare Tagliabue e concordava sulla sua linea; aggiunse che puntava però a riportare a Galbiate la presidenza del Parco Monte Barro: la mia risposta fu che si attivasse con Comunità montana e gli altri enti poi, quando avesse ottenuto la certezza dei numeri, avremmo potuto parlarne confrontandoci sul programma. Nulla è successo, ma già avevo capito che la nuova amministrazione andava per la tangente: per tutto il mandato, secondo me, ha fatto danni e lo ripeto; Gasperini e Milani replicano attaccandomi sul piano personale? Valuterò querele perché, seppure non ricco, non sono mai stato né in cerca di poltrone, né dei mille euro al mese di emolumenti».
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