Ricordate la punta tascabile Kaproff? Gioca nella Superliga argentina

Nell’ultimo turno l’ex bluceleste è sceso in campo con il blasonato River Plate

“A volte ritornano” (in una prestigiosa massima serie) e non si sa nemmeno su che base (tecnico-agonistica).

Ricordate Juan Kaproff (classe 1995)? Sì, proprio lui: l’attaccante “tascabile” (alto 169 cm) che il patron Paolo Di Nunno volle a Lecco, da svincolato, nel settembre del 2020, per inserirlo nelle Lecco – sulla carta – più forte degli ultimi vent’anni almeno. È tornato a giocare nella Superliga (ex Primera Division) argentina da quasi tre mesi: precisamente nel modesto (19° in classifica) Sarmiento Junijn, franchigia bianco-verde del sobborgo occidentale della Città Metropolitana di Buenos Aires (88mila abitanti).

È vero che il “puntero” albiceleste da inizio gennaio scorso ha fatto marcare solo 3 presenze (per un totale di 49’ in campo), ma è anche vero che, dopo il “solito” stop per carenza di preparazione atletica, ha avuto l’onore di scendere in campo negli ultimi 15’ dell’ultimo turno. Nientemeno che contro il blasonato River Plate di Buenos Aires. Scampoli di partita come attaccante esterno, al posto del capitano del Sarmiento, Toledo; nel tentativo (vano) di un’improbabile rimonta dallo 0-2 al Municipal “Evita Peron” di Junijn. Peraltro, dato per certo che la Superliga argentina rimane un torneo performante e di alto livello (tecnico-agonistico), ancora non è chiaro come Kaproff riesca a “spillare” ingaggi più o meno di prestigio.

In chiara difficoltà (soprattutto fisico-atletica) in un torneo come la serie C (di due stagioni fa; 9 caps per 431’, nel Lecco 20’-21’, 0 gol), evidentemente l’attaccante argentino gode ancora di estimatori. Sì, perché dopo aver rescisso col Lecco nel febbraio 2021, passò alla “Juventus dell’Ecuador”, l’Ldu Quito (massima serie; 14 presenze, 1 gol da aprile a novembre 2021). Una tappa “defatigante” (forse), per tornare – da febbraio a ottobre 2022 - in Argentina al Central di Cordoba, ancora in Superliga (altri 16 spezzoni di gara, fra campionato e coppe, “0” reti). Insomma: un vero giramondo fra Europa e Sudamerica e che continua a giocare. Restano in mente le parole stizzite dell’ex allenatore bluceleste Gaetano D’Agostino che disse: «Juan è un bravo ragazzo, ma non la pensiamo allo stesso modo: si lamenta dei nostri allenamenti. Io gli ho detto: non so da che calcio vieni, qui ci si allena intensamente».

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