Cultura e Spettacoli / Sondrio e cintura
Martedì 27 Luglio 2021
Malibu, l’hit dell’estate
Il video firmato da un valtellinese
Enrico Maspero, giovane regista sondriese, ha diretto il cantante Sangiovanni in quella che è un hit dell’estate Ha già lavorato con Sfera e Ghali
«Tu fai quelle facce-e. Mi tieni il broncio-o. Se ti tolgo il trucco-o»... E chi non l’ha canticchiato almeno una volta in queste giornate estive o sentito passere in radio.
Un brano che spacca, in testa alle classifiche da un paio di mesi, “Malibù” di Sangiovanni, vincitore della categoria canto ad Amici 2021, di cui venerdì è uscito il videoclip che “parla” anche un po’ di valtellinese.
Tormentone
Nulla di più vero, perché dietro le quinte, seduto in regia, insieme a un collega di Roma, c’è Enrico Maspero.
Sondriese, classe 1997 - 24 anni il prossimo 4 agosto -, media designer, da un paio di anni opera nel mondo delle riprese video e degli scatti fotografici. Ha lavorato e collaborato con alcuni tra i più grandi artisti musicali della scena italiana realizzando videoclip di successo che contano milioni di views, tra cui Ghali o Sfera Ebbasta. O come quello della coppia Sangiovanni-Giulia Stabile, fidanzata, ballerina vincitrice dell’edizione 2021 di Amici. Nel giro di un giorno, le visualizzazioni di “Malibù” hanno raggiunto quasi quota 3 milioni e continuano a salire di ora in ora su YouTube.
Ma non è così scontato scovare il giovane sondriese scorrendo i credits nell’elenco al di sotto del videoclip, perché in un certo qual modo si nasconde dietro l’obiettivo - la sua grande passione - con il ruolo e il nome d’arte “Suerv: Enrico Yaay”, che vuole dire tutto o niente. Per gli addetti ai lavori come per chi non è del mestiere. E allora glielo abbiamo chiesto di persona: «Ho scelto così per restare il più ignoto possibile - racconta Enrico -: mi firmo con un ruolo fittizio come se fosse un gioco, ma in realtà è un lavoro vero e proprio».
Dopo essersi diplomato all’istituto tecnico del turismo al De Simoni-Quadrio - «mi piacciono le lingue straniere» -, si è laureato alla Naba di Milano in Media design.
Di base vive nel capoluogo lombardo. A Sondrio ci viene circa una volta al mese, «per trovare la mia famiglia» prosegue entrando nel merito del super-visualizzato video.
«Abbiamo impiegato un paio di giorni a girarlo, ma precedentemente importante è stato, come sempre accade, il lavoro di produzione, di organizzazione, di settaggio e di collaborazione con i protagonisti», oltre che con la troupe.
«Richiede sacrifici»
Ma come è nata questa passione che ora si è tradotta in un lavoro?
«All’inizio mi filmavo mentre sciavo. Quando avevo 14 anni e facevo i salti con gli sci, con gli amici ci siamo armati di telecamere. Poi ho iniziato a fare i montaggi, ma anche le foto durante le serate. Ho notato che la mia predisposizione a ritrarre belle composizioni di immagini era superiore alla norma allora ho detto: perché non fare di ciò la mia vita?». Insomma, passo dopo passo è arrivato sino a qui; ma è solo la prima tappa.
«Credo sia solo l’inizio di una strada che devo ancora percorrere - ritiene il giovane freelance -. Una strada che consiglierei a chi ha le mie stesse passioni, ricordandosi però che è un lavoro come tutti gli altri: quindi non è tutto rose e fiori. Richiede sacrificio, impegno e tanto altro».
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