BUCAREST - All'avvio della presidenza di turno romena del Consiglio Ue fa discutere il ricorso del presidente del Partito socialdemocratico (Psd) e presidente della Camera dei deputati di Bucarest, Liviu Dragnea, alla Corte di Giustizia europea contro la Commissione Ue, per un rapporto dell'Olaf, secondo cui sarebbe coinvolto in una frode con i fondi comunitari. "Tutti sono innocenti fino a prova contraria, e Dragnea ha tutto il diritto, come chiunque altro, a provare la sua innocenza", lo ha difeso stamani il ministro degli Esteri Teodor-Viorel Melescanu (Liberale) sollecitato dalle domande della stampa internazionale, arrivate a Bucarest per assistere agli incontri in occasione dell'avvio della presidenza di turno.
Ma al di là del caso Dragnea, la corruzione che dilaga nel Paese (già a novembre la Commissione europea aveva avvertito la Romania del rischio di un allontanamento dai progressi registrati dalla sua adesione all'Ue) non è l'unica questione che preoccupa. Bruxelles segue infatti con una certa apprensione le riforme della giustizia volute dal governo guidato da Viorica Dancila, che pongono dubbi sul rispetto dello stato di diritto e l'indipendenza della magistratura, e che negli ultimi mesi hanno scatenato dure proteste di piazza. Anche stasera, in occasione della Cerimonia ufficiale di apertura della presidenza, con un concerto all'Athenaeum di Bucarest, alla quale prenderanno parte i presidenti di Consiglio, Commissione, e Parlamento europeo, Donald Tusk, è stato annunciato un corteo di protesta della società civile davanti all'edificio.
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