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Giovedì 22 Marzo 2012
Olginate: operai Fonderia
Chiusura senza preavviso
Non riescono a darsi pace i cinquantuno dipendenti della Fonderia San Martino, che da lunedì sono rimasti senza lavoro, in seguito all'apertura di una procedura di cessazione d'attività e alla messa in liquidazione dell'azienda.
«Non è comprensibile - racconta il componente delle Rsu Luigi Brescia -, i titolari non avevano mai lasciato trapelare nulla, non c'era alcun sentore di un'ipotetica chiusura. Sapevamo che negli ultimi anni l'azienda aveva qualche problema, ma pensavamo si trattasse di una crisi passeggera, simile a quella di tutte le aziende metal meccaniche del territorio».
Fino al 2007 l'azienda non ha mai manifestato segni di difficoltà, mentre dal 2008 i margini avevano iniziato a contrarsi e le perdite a crescere. «L'anno critico è stato il 2009, quando ci sono state perdite dell'ordine del 30-40% - spiega un lavoratore - ma l'anno scorso c'era stato un recupero del 24% e pensavamo quindi di stare per uscire dal momento più difficile. Invece abbiamo scoperto che i conti non tornavano, che c'era una voragine di debiti». Eppure l'azienda, meno di quattro mesi fa aveva assunto tre giovani apprendisti in organico, in affiancamento agli operai più anziani, per proseguire l'attività.
«La metà di noi ha saputo della chiusura dell'azienda martedì mattina - continua Brescia - qualcuno è stato richiamato in fretta e furia dalle ferie e dalla malattia per partecipare all'assemblea sindacale, nella quale i sindacati hanno annunciato la chiusura e la messa in liquidazione della società».
Molti restano convinti che a far collassare l'azienda siano state anche le costanti richieste di adeguamento ambientale: «Negli anni l'azienda ha speso tre milioni di euro per sviluppare sistemi di controllo ambientale, e ogni anno la Fonderia ha investito 250 mila euro per l'adeguamento dei materiali, sempre relativamente alla tutela ambientale - continua un dipendente - La San Martino è sempre stata una "sorvegliata speciale"».
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