Homepage / Lecco città
Giovedì 08 Settembre 2011
Lecco, il titolare Leuci:
<I led non si vendono>
Chi investirà il denaro necessario a realizzare il progetto Cittadella della luce? Chi comprerà le lampade led che verranno prodotte grazie alla nascita di questo progetto? Sono queste le due domande rimaste senza risposta che hanno convinto il patron di Leuci, Sergio Pisati, a lasciare il tavolo di coordinamento del progetto Cittadella della luce.
LECCO - Chi investirà il denaro necessario per la realizzazione del progetto Cittadella della Luce? Chi comprerà le lampade led che verranno prodotte grazie alla nascita di questo progetto? Sono queste le due domande rimaste senza risposta che hanno convinto il patron di Leuci, Sergio Pisati, a lasciare il tavolo di coordinamento del progetto Cittadella della Luce.
Il piano consiste nella creazione di un polo dell'illuminazione e della green economy che, attraverso l'individuazione di imprenditori interessati a investire, porti alla costituzione di un'industria capace di realizzare lampade led di ultima generazione e altri prodotti a basso impatto ambientale. Il progetto è nato per dare un futuro alla storica azienda di lampadine Leuci e un posto di lavoro ai circa 80 dipendenti dell'azienda che oggi sono in contratto di solidarietà e che vedono spegnersi sotto i loro occhi una fabbrica che ormai non ha più un prodotto e un mercato di riferimento.
«Premesso che Leuci non ha i capitali da investire in questo progetto - spiega Pisati -, sono pronto a tornare al tavolo di coordinamento se qualcuno sarà in grado di spiegarmi chi finanzierà questo progetto, quale banca lo sosterrà, e soprattutto chi ha intenzione di comprare le lampade led che verranno prodotte. Non voglio essere pessimista, io per primo sarei felice di sospendere gli ammortizzatori sociali e garantire un posto di lavoro ai dipendenti della Leuci. Tuttavia non ci sono soldi da investire e questo progetto, così per com'è strutturato, serve solo a gettare fumo negli occhi agli operai e alla città». Secondo Pisati, a gettere fumo negli occhi sarebbero i politici e i sindacalisti che siedono al tavolo di coordinamento del progetto, perché a detta di Pisati: «Quello è il loro mestiere: parlare. Ma un imprenditore non può permettersi una simile perdita di tempo. Finché non ci sarà un imprenditore disposto a investire in questo progetto, tutto il piano della Cittadella della luce non ha concretezza. Non voglio dire - continua Pisati - che non credo nella bontà del progetto, ma mancano i presupposti imprenditoriali per avviarlo, cioè il finanziatore e il mercato dei prodotti. Un imprenditore, prima di avviare un investimento produttivo ha ben chiaro come finanziarlo e ha già un compratore di riferimento».
Nonostante i dubbi sollevati, il Tavolo di coordinamento (costituito da Provincia, Regione, Camera di commercio, Confindustria, Politecnico e sindacati) tira dritto e continua a investire sul progetto: «Siamo disposti anche a dare in affitto l'area industriale della Leuci - risponde a tal proposito Pisati -. E' sufficiente che ci venga presentato il potenziale affittuario e ci dica come ha intenzione di pagare l'affitto dell'area».
Un altro timore sollevato da Pisati è la concorrenza asiatica che regna sulla produzione di apparecchi illuminanti: «Perché qualcuno dovrebbe acquistare i prodotti fatti a Lecco, quando in altre aree del mondo (ad esempio in Cina e in India) gli stessi prodotti vengono realizzati a metà costo? - si domanda Pisati -. Se ci fosse una convenzione con le aziende italiane o con gli enti pubblici affinché s'impegnino a comprare apparecchi illuminanti prodotti in Italia, allora - conclude il tutolare della Leuci - sarebbe possibile investire in questo progetto, ma al momento non c'è alcuna garanzia di successo».
© RIPRODUZIONE RISERVATA