Ecco i sensori anti frane
sul S.Martino e i Torrioni
Stanno per essere applicati nei punti critici delle montagne più a rischio di frane: sono strumenti innovativi messi a punto dal Politecnico con la collaborazione di università svizzere, in grado di registrare microfratture delle rocce, finora impercettibili e irrilevabili. Una novità straordinaria nel campo della protezione civile: portanno così essere segnalate per tempo possibili frane. Sorvegliati speciali il cosiddetto "monte marcio" e le pareti che incombono su Abbadia
LECCO - Sono sensori innovativi studiati dal Politecnico in collaborazione con le università svizzere nell'ambito di un progetto Interreg, cioè un progetto europeo di cooperazione di cui è capofila la Regione e al quale partecipa anche la Provincia: costo dell'operazione finanziata con fondi europei un milione 300 mila euro. Saranno applicati nei punti sensibili delle pareti più a rischio di crolli della nostra provincia - la seconda in Lombardia per rischio idrogeologico -, come il San Martino, interessato da due grandi frane nel 1969 (quando una vera tragedia si abbattè in via Stelvio con ben sette vittime) e nel 1994. E come i Torrioni di Rialba che si affacciano sull'abitato di Abbadia e fanno parte della stessa conformazione geologica del "monte marcio".
Si tratta di strumenti in grado di rilevare e registrare microfratture cristalline degli ammassi rocciosi, finora impercettibili e irrilevabili, segnalando così alla centrale operativa del Politecnico il serio rischio di prossimi crolli. Un grandissimo passo avanti sul fronte della prevenzione dei disastri naturali.
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