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Venerdì 01 Giugno 2012
Civate: Revi Press
Fabbrica svuotata
La Revi Press di Civate chiude senza alcun annuncio da parte della proprietà.
L'impresa di Civate ha fatto capire ai dipendenti che non avranno più un posto di lavoro
L'impresa di Civate ha fatto capire ai dipendenti che non avranno più un posto di lavoro. Giovesì 31 maggio, due tir sono arrivati in fabbrica e hanno cominciato a portare via gli impianti che danno lavoro ai quattordici lavoratori dell'azienda di via XXIV Aprile a Civate.
I primi segnali di difficoltà sono iniziati circa dieci mesi fa, quando l'azienda ha iniziato a pagare gli stipendi dei dipendenti in ritardo: «Ancora oggi alcuni lavoratori hanno in arretrato sette mensilità da riscuotere - racconta Daniele D'Elia della Uilm - per andare incontro alle difficoltà dell'azienda circa due mesi fa avevamo concordato con un rappresentante dell'azienda di avviare una procedura di cassa integrazione ordinaria di tredici settimane, ma non si era mai parlato di chiudere i cancelli dell'azienda».
Tanto che ieri pomeriggio parte delle maestranze erano al lavoro quando due camion sono entrati nel cortile dell'azienda per portare via alcuni macchinari: «Abbiamo cercato di impedire che ciò avvenisse - spiega D'Elia - ma non c'è stato nulla da fare, due macchine fondamentali per l'attività di revisione presse sono state portate via e sappiamo che domani mattina (oggi per chi legge) porteranno via il resto. In questo modo diventa complicato immaginare una continuità produttiva».
I lavoratori si stanno mobilitando per bloccare questa mattina l'ingresso dell'azienda e evitarne lo svuotamento.
«Abbiamo più volte cercato di parlare con gli amministratori di questa azienda - racconta il sindacalista - che ha sede a Milano, ma non siamo mai riusciti a instaurare un dialogo con loro. Alle richieste di saldare il proprio debito nei confronti dei lavoratori ci è sempre stato risposto che presto i soldi sarebbero arrivati e di non avere timori. L'unico bene di questa azienda sono i macchinari e faremo di tutto per impedire che li portino via».
La notizia è piovuta sui lavoratori che non si attendevano una cosa simile: «Sapevamo che c'erano delle difficoltà - spiega il sindacalista della Uilm - e infatti alcuni lavoratori sono a casa in cassa integrazione, ma non avremmo mai pensato che l'azienda avrebbe chiuso lo stabilimento senza neppure comunicarlo ai dipendenti e al sindacato»
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