Cronaca / Lecco città
Venerdì 02 Febbraio 2018
Camere di commercio
Altri sei mesi buttati
Gli enti camerali di Lecco e Como sono in attesa, con il timore di un rinvio al dopo elezioni, i presidenti Riva e Taborelli: «Ci sentiamo presi in giro»
Anche gennaio è finito, con un silenzio assordante: quello del Governo sulla riforma delle Camere di commercio, per cui Como e Lecco avevano già abbondantemente lavorato in modo da poter partire nel 2018 con l’aggregazione.
Ambrogio Taborelli e Daniele Riva, presidenti dei due enti, hanno aspettato fino all’ultimo – con gli staff – un segnale che non è arrivato.
Eppure c’erano solide ragioni per aspettarsi una svolta dopo il congelamento della partita da parte della Corte costituzionale lo scorso dicembre a proposito del decreto del ministro Carlo Calenda (che risale invece all’8 agosto).
Una riguarda un calcolo di date. La Conferenza Stato Regioni era stata convocata il 21 dicembre anche con questo punto nell’ordine del giorno; si era poi effettivamente sul tema confrontata l’11 gennaio, senza che i quattro enti autori del ricorso alla Corte Costituzionale (tra cui la Regione Lombardia) avessero cambiato idea. Niente di devastante, perché secondo la normativa la palla sarebbe passata al Consiglio dei ministri che avrebbe potuto approvare il decreto per far così riprendere il cammino innescato la scorsa estate. Facendo decorrere i trenta giorni dalla convocazione del 21 dicembre, ecco che ci si aspettava un segnale entro la settimana scorsa. Anche il Giornale di Sicilia, poi ripreso dall’Ansa, annunciava un’imminente riunione, tesa pure a risolvere le tensioni dell’isola.
Poi le dichiarazioni. Uscendo dalla seduta dell’11 gennaio, la coordinatrice della commissione Attività produttive della Conferenza delle Regioni Manuela Bora oltre ad annunciare il mancato accordo, rassicurava: «Credo che la riforma sarà operativa entro la fine di gennaio».
Ambrogio Taborelli, presidente della Camera di commercio di Como, non le ha già mandate a dire quando arrivò della sentenza della Consulta. Dichiarò che si sentiva preso in giro. «Adesso siamo arrivati a fine gennaio e non sappiamo che dire – sospira – Aspettiamo, ancora. C’è una convocazione a Roma da Unioncamere per il 13 febbraio e tra i punti si vede anche la situazione della riforma camerale. Vediamo cosa significa». Si tratta di una convocazione dei segretari generali e potrebbe essere un aggiornamento puramente formale.
Anche Daniele Riva, che guida Lecco, sottolinea: «Non possiamo far altro che attendere e capire quali saranno gli sviluppi. Certo se agiscono prima delle elezioni, significa un ritardo di due mesi rispetto alla data iniziale». Riva non nasconde lo sconcerto: «Più di tutto, rimpiangiamo il tempo perduto». Quello impiegato lo scorso autunno per impostare il futuro comune.
© RIPRODUZIONE RISERVATA