Editoriali / Morbegno e bassa valle
Mercoledì 27 Febbraio 2019
Un market da tremila dosi di droga
Stroncato il mega giro di spaccio nei boschi della Bassa Valle: duecento gli assuntori
Il questore Acquaviva soddisfatto dopo gli arresti di Morbegno: «La situazione stava diventando allarmante»
«Ci tenevo a dare notizia del nostro impegno contro lo spaccio: la situazione stava diventando allarmante. Allontanati dalle tradizionali piazze di spaccio del Milanese, i pusher si erano spostati in zone periferiche come la nostra». Sollievo e soddisfazione nelle parole con le quali il questore di Sondrio, Gerardo Acquaviva, ha commentato l’operazione con cui la polizia di Stato ha smantellato la banda di marocchini (ma c’è anche un italiano) che aveva allestito un vero e proprio supermarket della droga nei boschi di Morbegno, tra i chilometri 1 e 5 della provinciale 7 che porta a Gerola.
Un giro enorme, per la provincia di Sondrio: oltre 3mila cessioni di stupefacenti da novembre all’altro giorno e 200 assuntori identificati. In due blitz, il primo il 28 gennaio e il secondo il 21 febbraio, sono finiti in manette: Ayoub Lebrigui, 20 anni, residente a Modena; Mohamed El Mansouri, 26 anni residente a Milano; Abdeljalil El Abidi, 29 anni di Paullo; Francesco Farano, 27 anni, di Segrate, l’unico italiano; Younes Hansnaoui, 29 anni, clandestino; Ayoub Charkhoui, del ’94, anche lui irregolare sul territorio italiano; Rachid Raoui, 29 anni, clandestino.
Durante le attività di indagine sono anche stati arrestati due valtellinesi, mentre altri tre sono stati denunciati a piede libero: avevano acquistato troppa droga per non incorrere nel sospetto di essere a loro volta degli spacciatori. «Già l’anno scorso era stato delineato dal ministero l’obiettivo scuole sicure - ricorda il questore -. Poi l’obiettivo è stato allargato ad altri ambiti. In provincia si è tenuta in Prefettura una riunione del comitato di sicurezza pubblica per tradurre in pratica le direttive del ministero. Alla variegata attività di contrasto agli stupefacenti partecipano tutte le forze di polizia, come si è visto dalla recente operazione messa a segno dai carabinieri a Morbegno. Ma a queste attività di controllo si affiancano quelle coordinate dalla Procura, in questo caso dal pm Antonio Cristillo».
È il vice questore Carlo Bartelli, dirigente della squadra mobile, a illustrare alcuni dettagli che la dicono lunga sulle difficoltà incontrate dagli investigatori sondriesi in questa operazione. «A Morbegno era stata allestita una piazza di spaccio con consumatori da tutta la provincia - spiega il dirigente -. I pusher vivevano tra i boschi vicino alla strada e uscivano dal bosco solo per il tempo necessario per passare la droga ai consumatori che arrivavano in auto per comprare eroina o cocaina a prezzi bassissimi: 20 euro per un grammo di eroina e 60 o 70 per la cocaina. Identificare gli spacciatori non è stato semplice: alcuni erano clandestini, dormivano in casolari abbandonati e usavano telefoni dedicati solo a questa attività. I consumatori sapevano che se trovavano il telefono spento significava che la droga era finita. Quando i telefoni erano accesi i pusher erano tornati, e con loro anche la coca e l’eroina».
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