Cronaca / Tirano e Alta valle
Domenica 13 Aprile 2014
Quei boschi trascurati
Patrimonio da sfruttare
«Da coltivare come una vigna» - ma pochi fanno tagli regolari - E i regolamenti sono troppi
Il bosco è come la vigna: se non si coltiva, non si tira fuori niente. È stato citato questo detto popolare, ieri, al convegno sulla gestione del bosco per lo sviluppo sostenibile della montagna promosso a Tirano da Banca di Valle Camonica, appartenente al Gruppo UBI Banca, con il Comune di Tirano.
Il messaggio è che il bosco non deve essere visto solo come bene da conservare, ma come risorsa che, in tempi di magra, può fruttare al territorio come insegnano i vicini elvetici. Obiettivi, in questi anni, sono stati raggiunti, ma c’è ancora molto da fare. E Fabio Antonioli, in rappresentanza della Comunità montana di Tirano, ha spiegato cosa.
Istruttore forestale
«In collaborazione con la Valposchiavo siamo arrivati all’istituzione della figura dell’istruttore forestale nelle imprese boschive, che è il cardine della formazione professionale in Lombardia – ha detto -. Abbiamo attuato il progetto Interreg Castanetum, che ha portato al risanamento di 4mila castagni, l’assistenza ai Comuni per la gestione del patrimonio forestale e la vendita del legname, l’istituzione del tecnico di fiducia che è l’interfaccia fra l’amministrazione comunale e il mondo produttivo della filiera bosco legno. Inoltre 40mila metri cubi di legname sono stati tagliati nella Cm di Tirano, senza considerare la parte privata. Il tiranese è all’avanguardia nell’ambito forestale ma il settore non decolla: le imprese boschive non hanno ancora lotti boschivi da tagliare con regolarità, le segherie sono in difficoltà con l’approvvigionamento di legname locale, c’è una richiesta di cippato che non sempre viene soddisfatta».
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