Cronaca / Sondrio e cintura
Giovedì 19 Giugno 2014
«Piste abusive in quota»
Sigilli a Bormio 2000
Sarebbero stati abbattuti centinaia di alberi - Gli interventi non avrebbero i necessari permessi
Blitz in quota della Forestale ieri mattina. Gli uomini del comandante Andrea Turco coordinati dal sovrintendente capo Fabio Cantoni, hanno apposto i sigilli ad alcune piste realizzate tra i 2200 e i 2600 metri di altitudine, sul versante di Vallecetta.
Tre gli interventi segnalati in Procura e realizzati dalla Sib, la società impianti di Bormio. Il primo è un tracciato di 700 metri di lunghezza e di un metro e mezzo di larghezza, ideato per le mountain bike e costruito in mezzo al bosco abbattendo 469 alberi. La seconda pista sotto sequestro è stata realizzata due anni fa in un’area poco distante e anche in questo caso sarebbero stati abbattuti ben 103 alberi. «Per tutti e due gli interventi non ci sarebbero autorizzazioni di sorta», dicono dalla Forestale.
Sempre sul Vallecetta, ma in una zona di proprietà dell’Hotel Gallo Cedrone, sarebbe stato scoperto un deposito (autorizzato) di materiale di riporto (stimato in 7mila metri cubi) per spostare il quale un sentiero sarebbe stato trasformato in una pista forestale di 4 metri e mezzo di larghezza.
Il terriccio ammassato e livellato proveniva dallo sbancamento (autorizzato dal Comune) per realizzare un garage interrato, mentre per il Comando della stazione di Bormio e il nucleo investigativo di polizia ambientale e forestale di Sondrio la pista sarebbe stata costruita commettendo reati di carattere edilizio e ambientale.
Pronta la replica: «Non abbiamo trasformato un sentiero in pista, ma già negli anni ’70 esisteva una strada al servizio degli impianti che in quota hanno realizzato delle vasche di accumulo ora utilizzate per l’innevamento. E per quanto riguarda il terriccio depositato (al massimo 1000 metri cubi), abbiamo persin fatto fare i provini per spostare il materiale in tutta tranquillità. Il livellamento è stato realizzato seguendo le indicazioni dettate dalla comunità montana nella sua autorizzazione. E poi i sequestri creano non pochi problemi alla nostra azienda agricola».
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