Cronaca / Sondrio e cintura
Lunedì 16 Settembre 2013
I diaconi davanti al vescovo
E uno di loro è un astrofisico
Hanno detto il loro «sì» e iniziato il cammino che nel giugno 2014 li porterà all’ordinazione sacerdotale. I primi quattro giovani sono seminaristi diocesani, gli ultimi due sono membri della “Comunità Santo Spirito”, realtà francescana da quattro anni insediatasi in diocesi di Como presso il convento di Colda
Anche i discepoli di Gesù non capivano le sue parole, rimanevano perplessi specialmente quando veniva prefigurata la sua morte e resurrezione.
Su questa esperienza descritta nel vangelo si è soffermato sabato a Como il vescovo Diego Coletti rivolgendosi ai sei giovani ordinati diaconi. Il duomo era gremito e quella riflessione è parsa immediata, umana, inerente a tanti dubbi che forse anche ieri avrebbero potuto facilmente affiorare fra i fedeli, parenti e amici dei giovani pronti a pronunciare il loro “eccomi”, a decidere di dedicare la vita a Dio e ai fratelli.
«Siamo sempre in cammino in questa incomprensione, il contenuto della fede non è una verità astratta, una pratica consolidata» ha suggerito il vescovo Coletti restituendo pieno valore a tutti gli interrogativi che a Gesù possono e devono essere rivolti e che in lui scoprono il senso della vita, incontrano una nuova e inaudita speranza. Un richiamo che, del resto, pareva riflettersi anche nelle storie dei giovani interpellati a seguire Cristo, decisi a dirottare una vita già orientata in altra direzione.
Ecco i loro nomi: Alberto Dolcini, di Como; Davide Pozzi, di Domaso; Michele Pitino, di Tirano ; Nicola Schivalocchi, di Premadio ; fra’ Marco Speziale, originario di Biella; fra’ Daniele Barbonaglia. Hanno detto il loro «sì» e iniziato il cammino che nel giugno 2014 li porterà all’ordinazione sacerdotale. I primi quattro giovani sono seminaristi diocesani, gli ultimi due sono membri della “Comunità Santo Spirito”, realtà francescana da quattro anni insediatasi in diocesi di Como presso il convento di Colda, a Montagna in Valtellina.
Nel caso di Dolcini, la curiosità attorno alla sua scelta di entrare in seminario subito dopo aver concluso brillantemente gli studi con una laurea in Fisica e specializzazione in Astrofisica, è inevitabile. «Proprio la passione per le stelle, il cielo, il cosmo, avvertita fin da bambino, mi ha portato ad immergermi nello studio - spiega Alberto, 31 anni - Più mi addentravo in nella conoscenza di realtà grandiose, complesse, distanti, più aumentava il mio stupore di fronte alla bellezza del creato. Subito dopo la laurea sono entrato in seminario: ho proseguito il mio cammino passando da un tipo di analisi scientifica all’indagine umanistica, filosofica, teologica. In ogni cosa indagata dalla scienza, scopri l’impronta divina, tutto ciò che esiste è stato fatto per mezzo del Verbo, cioè Cristo. Scienza e fede non sono in contrasto».
Come hanno reagito familiari e amici? «I miei genitori al primo momento sono rimasti un po’ scioccati, nonostante la piena condivisione della fede, ma poi vedendo che la strada intrapresa mi rendeva felice mi hanno sostenuto. Molti altri si sono stupiti, si sono posti delle domande e questo mi sembra positivo».n
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