Cronaca / Sondrio e cintura
Sabato 22 Febbraio 2014
Bormio, aquila avvelenata
Il Parco lancia la proposta
Arriva dal parco dello Stelvio la proposta per evitare il decesso di altri animali. L’utilizzo di pallottole senza piombo, il cui costo è sicuramente alla portata di ogni cacciatore perché va ad aumentare la spesa per la stagione venatoria di poche decine di euro, eviterebbe qualsiasi problema per i rapaci
Sarebbero bastate poche decine di euro per salvare la vita all’aquila trovata in Valgrosina subito dopo Natale, morta al centro di recupero di animali selvatici di Ponte per avvelenamento da piombo.
Una sostanza finita nel corpo del volatile dopo che si è cibato di viscere di ungulati nelle quali si trovavano ancora residui di pallini.
L’aquila era una femmina adulta di almeno cinque anni, quindi in piena età riproduttiva e pesava poco meno di quattro chili, con un’apertura alare di 2,16 metri
L’esito dell’autopsia effettuata all’istituto zooprofilattico sperimentale di Sondrio ha dato questa triste verità.
La proposta per risolvere il problema arriva dal coordinatore scientifico del Parco nazione dello Stelvio, il dottor Luca Pedrotti, che con il collega Enrico Bassi sta studiando il fenomeno.
«Basterebbero solamente qualche decina di euro di spesa in più per i cacciatori, utilizzando cartucce prive di piombo, per evitare l’avvelenamento dei rapaci e, come si è verificato nei casi più gravi come quello della Valgrosina, il decesso dell’animale. Noi in collaborazione con la Provincia di Sondrio stiamo studiando da anni il fenomeno e abbiamo trovato grande collaborazione anche da parte dei cacciatori dell’Altavalle».
Tutti i particolari e altre testimonianze sull’edizione in edicola il 22 febbraio de La Provincia di Sondrio
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